domenica 24 maggio 2020

La beffa del Villaggio azzurro

Inerzia strategica o colpevole calcolo?

Era il 6 giugno 2015…..quando scrivevamo



Il patrimonio abitativo gestito dalla Difesa ridotto a rifiuto solido urbano

Il fallimento clamoroso delle aste degli alloggi ha evidenziato una realtà che i vertici militari si ostinavano a negare: il patrimonio abitativo, da risorsa preziosa per militari e famiglie, è diventato un rifiuto solido urbano da smaltire, non da vendere.
In tempi di grave emergenza abitativa è semplicemente scandaloso aver mandato in rovina un bene primario di cui si sono salvati solo gli alloggi abitati, grazie alle cure dei concessionari sui quali tuttavia continua ad abbattersi la mannaia impazzita degli sfratti!

E ci chiedevamo:
 Ora che non si possono più incolpare i sine titulo, i quali, dopo decenni, fidandosi delle leggi e dei ripetuti annunci, avevano coltivato la legittima aspettativa di acquistare l’alloggio ad un prezzo ragionevole, ora che i veri artefici di questa rovina sono inchiodati alle loro responsabilità sapranno prendere le opportune decisioni?
Sono trascorsi cinque anni ed ecco le risposte:


10 Maggio 2020

Casa Pound ha occupato, con un blitz, il Villaggio azzurro dell'Aeronautica Militare nel cuore di Ostia, da cui tante famiglie di militari sono state brutalmente sfrattate per non aver potuto far fronte a un canone fortemente esoso. 
In tempi di grave emergenza abitativa è semplicemente scandaloso aver mandato in rovina un bene primario come quello della casa dopo che militari e figli di militari, con il cuore straziato, sono stati costretti a lasciare l’appartamento, in cui hanno vissuto per una vita e assistere poi a sviluppi che, nella loro drammaticità, coprono di ridicolo l'Autorità competente nel momento in cui.......


“GLI STESSI OCCUPANTI DENUNCIANO  LO STATO DI INCURIA E DEGRADO IN CUI IL MINISTERO DELLA DIFESA HA ABBANDONATO LO SPAZIO DI VIA DELLE BALENIERE 263 E LA RIQUALIFICAZIONE PORTATA AVANTI IN UNA SOLA SETTIMANA DALLE FAMIGLIE ITALIANE CHE NE HANNO PRESO POSSESSO IN QUESTI GIORNI"

Come se non bastasse, l’invito rivolto agli abitanti è quello di andare a vedere di persona! Tutto alla luce del sole!
Purtroppo sembra incredibile, ma il problema abitativo dei militari, che si trascina da anni senza soluzione, mietendo vittime inermi, fa parte di una storia fatta per lo più di una serie infinita di annunci e di tentativi falliti. 
Infatti, nonostante le promesse di vendita dei vari governi, già dalle prime leggi degli anni ’90 le dismissioni hanno inanellato solo una lunga serie di progetti falliti.

Il Ministero della Difesa, paventando una valorizzazione del patrimonio abitativo, che amministra, ma di cui non è proprietario, ha attuato per lo più la politica degli sfratti nei confronti del personale, con affitti particolarmente esosi, per abbandonare poi alla deriva un patrimonio che, in assenza di manutenzioni, ridotto a residuo solido urbano, è diventato preda di soggetti estranei come è accaduto già a Firenze, a Roma, in Friuli e ora anche a Ostia. 
E pensare che fino a poco tempo fa quegli alloggi, oltre ad ospitare famiglie di militari, rappresentavano un cospicuo introito per le casse della Difesa, dello Stato e di tutti i cittadini.
Ciò a cui stiamo assistendo oggi, però, sembra essere la deriva di un dramma che, dopo aver falcidiato tante vittime, è giunto al punto in cui la ghigliottina rischia di travolgere il boia!










venerdì 8 novembre 2019

Audizione Ministro Difesa su linee programmatiche del Dicastero




Lorenzo Guerini

Si riparte......


Con l'esposizione delle linee programmatiche del suo Dicastero alle Commissioni Difesa congiunte di Camera e Senato, mercoledì 30 Ottobre, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, mentre ha precisato alcuni punti chiave della strategia e della modernizzazione della Difesa in Italia, ha dato inizio alla fase più strettamente operativa dei lavori.

Del ricco e ambizioso programma di lavoro noi ci limitiamo a riportarvi la parte riguardante la razionalizzazione, l'ottimizzazione e la valorizzazione del patrimonio militare esistente. 


"Un ruolo centrale nel mio mandato sarà assunto dalla politica di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare militare esistente, che avrà come primi obiettivi il contenimento dei costi di esercizio e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del personale all’interno delle infrastrutture. 
Andranno favorite le più ampie intese con gli Enti territoriali e quelli pubblici centrali competenti, al fine di stimolare ed incentivare iniziative e progetti di rigenerazione, riqualificazione e valorizzazione di siti militari, dismessi o ancora in uso, così da contribuire, insieme, alla ripresa di un settore fondamentale, quale è quello immobiliare. 
In tale quadro, anche le Forze Armate sono chiamate ad esprimere una capacità di innovazione che le porti a valutare il parco infrastrutturale in un’ottica dual use più incisiva rispetto al passato, a tutto vantaggio dell’efficienza dell’organizzazione e, più in generale, dell’intero Sistema Paese. 
Con particolare riferimento al settore residenziale intendo promuovere una politica innovativa tesa a rendere centrali le esigenze operative e funzionali delle Forze Armate, senza con ciò trascurare le aspettative e le necessità di tutte le diverse categorie di fruitori, specie quelle in servizio, ricercando l’economica gestione del parco alloggiativo, attraverso il coinvolgimento anche di altri soggetti, pubblici e privati. 
In tema, poi, di Servitù Militari, ci proponiamo di lavorare su un doppio binario: da una parte valorizzare, elevandone l’efficienza, i siti necessari e strategici per la Difesa nazionale; dall’altra procedere, insieme allo Stato Maggiore della Difesa, ad una ricognizione di ciò che non è più indispensabile e che, quindi, può essere dismesso o valorizzato in chiave duale". 


Parere Comitato Famiglie Militari per la Casa 
L'esposizione da parte del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, alle Commissioni Difesa congiunte di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero ci ha permesso di accedere, per sommi capi, ai grandi temi in agenda, la cui realizzazione, ovviamente, richiederà che sia avviata, quanto prima, questo è il nostro auspicio, una fase più strettamente operativa che sarà tanto più rapida e costruttiva quanto più Parlamento e Governo sapranno  lavorare in totale sinergia. 

Il programma è certamente ambizioso e, di fatto, non sono mancati gli apprezzamenti, seppur con qualche distinguo, da tutte le parti politiche.

Anche il Comitato Famiglie Militari per la Casa ha seguito con cura l’esposizione, ma il suo interesse, ovviamente, è stato calamitato e si è concentrato soprattutto sul problema della razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare militare esistente, problema che ci appassiona e ci tormenta da decenni. 

Particolare condivisione e apprezzamento ha suscitato il passaggio in cui il ministro afferma che “Un ruolo centrale nel mio mandato sarà assunto dalla politica di razionalizzazione, ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare militare esistente, che avrà come primi obiettivi il contenimento dei costi di esercizio e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del personale all’interno delle infrastrutture”. 
Di pari interesse è da considerarsi l’intendimento del ministro, relativo al settore immobiliare residenziale, di voler “promuovere una politica innovativa tesa a rendere centrali le esigenze operative e funzionali delle Forze Armate, senza con ciò trascurare le aspettative e le necessità di tutte le diverse categorie di fruitori, specie quelle in servizio, ricercando l’economica gestione del parco alloggiativo, attraverso il coinvolgimento anche di altri soggetti, pubblici e privati”
Ovviamente non siamo in grado di desumere le misure cardine atte a rendere innovativa questa politica, almeno fino a quando, a sostegno delle linee programmatiche, non sia stato emanato qualche atto d’indirizzo che ne faccia comprendere più nel dettaglio la portata.
Certamente sono parole che fanno ben sperare e generano un cauto senso di ottimismo in quanto vi si possono leggere affermazioni nuove, dal forte rilievo politico, che pesano e fanno intravvedere la ferma volontà del Ministro di voler affrontare la questione alloggiativa con una visione lucida e costruttiva, scevra da intenti penalizzanti.
Tuttavia, memori delle pregresse esperienze, in cui a dominare è stata spesso la formula dell’”inerzia strategica”, che ha trascinato i problemi per tempi biblici senza mai risolverli, anzi aggravandoli, l’auspicio è che i tempi di avvio di questa nuova fase siano rapidi e si passi presto alla fase operativa mediante azioni concrete e fattive.



Nel frattempo, sulla Gazzetta Ufficiale di giovedì 7 novembre 2019 n. 261, serie generale, sono stati pubblicati i decreti con le deleghe ai Sottosegretari di Stato per la Difesa Tofalo e Calvisi. In particolare la delega per le problematiche concernenti gli alloggi riguardanti il personale della Difesa, è stata attribuita al dottor Giulio Calvisi (pag. 24 della predetta Gazzetta, art. 1 lettera i del decreto).




 




Purtroppo avendo sperimentato ormai che le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni, il Comitato Famiglie Militari per la Casa augura buon lavoro a tutti nella speranza che finalmente ci sia dato di vedere concretamente risolto l'annoso problema della casa per i militari al di là dei programmi ambiziosi, per ora solo sulla carta !!!


  

sabato 10 agosto 2019

Nuova audizione in Commissione Difesa Camera









Eppur non ci arrendiamo



Il Comitato Famiglie Militari per la Casa non si è arreso nemmeno al rovente caldo di Luglio e il giorno 24 alle 14:00 ha raggiunto l'oasi refrigerata della Camera per l'ennesima audizione in Commissione Difesa, mirata a dare voce alle famiglie dei militari che stanno ancora aspettando una soluzione al tormentato problema della casa.                   

Una piccola delegazione composta da Renata Accorsi, Franca Forte, Gabriele Rampelli e Mario Di Cicco si è fatta carico di rappresentare le problematiche che tutti assicurano di voler risolvere, ma che, di fatto, permangono, anzi peggiorano inevitabilmente, frutto della ormai abusata inerzia strategica!
Le risoluzioni in discussione, FRUSONE, 5 Stelle, FRAILIS, PD, DEIDDA, FdI, sono state rivisitate e rilette alla luce della difficile e sofferta esperienza vissuta dalle famiglie. 
Nonostante l’ascolto, da parte dei numerosi deputati presenti, sia stato attento e onestamente mosso da un evidente desiderio di comprendere le nostre ragioni oltre che le vicissitudini di questi lunghi anni, legate alle inadempienze che hanno causato la rovina del patrimonio abitativo, l’impressione che ne abbiamo riportato è quella che, nell’analisi e nella messa a punto di una soluzione che accontenti tutti, ma soprattutto l’A.D., siamo ancora lontani anni luce da una decisione.
Ci limitiamo qui a riportare la “Memoria” che abbiamo consegnato e che contiene in sintesi, ma espresse con chiarezza, tutte le nostre proposte. 


Comitato Famiglie Militari per la Casa
Via Luchino dal Verme 114   00176 Roma
Tel 06 2753556   e-mail: accorsir @libero.it



Il Comitato Famiglie Militari per la Casaraccoglie in Italia migliaia di miitari e personale civile con il problema della casa, molti dei quali “sine titulo”, cioè con titolo concessorio scaduto.
Le priorità del Comitato, nelle lotte condotte fin qui, sono state la salvaguardia dei diritti delle fasce più deboli: redditi bassi, portatori di handicap e vedove, sostenendo, in ogni sede, la necessità di alienare parte del patrimonio abitativo gestito dalla Difesa, ritenendola una misura non più rinviabile per il personale, per i conti pubblici nonché per il rinnovo e la valorizzazione del patrimonio stesso, oggi in via di degrado per una atavica e cronica mancanza di interventi manutentivi. 


Legittime aspettative all’acquisto

Tuttavia le tanto auspicate dismissioni fanno parte di una storia fatta per lo più di proclami, di una serie infinita di annunci, di tentativi falliti, di scarsissimi risultati. Infatti, nonostante le promesse di vendita dei vari governi, dalle prime leggi degli anni ’90 agli ultimi annunci del governo Renzi, le dismissioni hanno inanellato solo una lunga serie di progetti falliti nonostante i richiami della Corte dei Conti, di beni conferiti e mai finiti sul mercato o rimasti invenduti.
Vero è che la politica messa in campo dalla Difesa , che qualcuno ha ironicamente definito “inerzia strategica”, ha finito per immobilizzare tutto con una serie di pregiudiziali avvelenate, mandando in rovina il patrimonio abitativo e facendo lievitare i canoni resi “volutamente insostenibili”. 
Del resto anche quando sono state promosse leggi risolutive, i vari Ministeri non hanno dato seguito ai decreti attuativi (Cf. cartolarizzazione, legge 326/2003, abrogata e sostituita dalla vigente legge 244/2007). 
Oggi che i prezzi sono crollati, i costi di gestione lievitati ele uscite superano le entrate, gravando pesantemente sul debito pubblico mentre continua a scendere il valore del patrimonio.
Il fallimento clamoroso delle aste degli alloggi ha evidenziato una realtà che i vertici militari si ostinavano a negare: in taluni casi ilpatrimonio abitativo, da risorsa preziosa per militari e famiglie è diventato un rifiuto solido urbano da smaltire, non da vendere. 
Se poi si considera che la legge di stabilità 2015 ha disposto la non riassegnazione ai capitoli della Difesa degli introiti derivanti dalle alienazioni, risulta evidente come, date le già carenti risorse annuali, non risulti possibile provvedere ad una pur minima manutenzione. 
Da qui l’abbandono e il degrado di migliaia di abitazioni per non parlare poi delle condizioni disagiate in cui versano i concessionari. 

Patrimonio abitativo disastrato
In tempi di grave emergenza abitativa è semplicemente scandaloso aver mandato in rovina un bene primario di cui si sono salvati gli alloggi abitati proprio grazie alle cure dei concessionari sui quali tuttavia continua ad abbattersi la mannaia impazzita degli sfratti!
Perfino quando si è giunti a dismettere circa tremila alloggiuna inspiegabile mania di persecuzione, forse di mancanza di lucidità nella valutazione dei problemi ha prodotto danni irreparabili perché di fatto si è impedito l’acquisto con prezzi astronomici e dissuasivi, fuori mercato, superiori al valore dell’immobile, che hanno costretto le famiglie, la maggior parte delle quali non in grado di acquistare, a lasciare l’alloggio con la morte nel cuore.
Oggi i risultati fallimentari delle aste ci dicono che questi alloggi rimasti vuoti, sia pure ulteriormente scontati, non sono appetibili e quindi ancora una volta ci si chiede perché mai i concessionari non avrebbero potuto e dovuto coltivare la legittima aspettativa all’acquisto con sacrifici possibili, ad un giusto prezzo, senza subire rapine a mano armata?
E’ evidente a tutti, del resto, che gli unici interessati alla spesa rimangono a tutt’oggi gli attuali assegnatari, i quali, vivendo
nell’alloggio ormai da decenni, qualcuno addirittura arriva al cinquantennio, si sentono a casa propria e farebbero qualunque sacrificio alla loro portata pur di restare. 

Possibilità future
Dopo varie vicissitudini, in attesa di una soluzione definitiva per l’utenza sine titulo, circa 3600 utenti tra protetti per reddito e problematiche sanitarie e pochissimi non protetti, comunque soggetti a un canone di mercato, oggi, secondo talune indicazioni  all’esame di codesta IV Commissione Difesa, si propone l’ingresso in campo di Difesa Servizi S.p.A., società per azioni con socio unico il Ministero della Difesa.

Tale condivisibile ingresso, caldeggiato anche dalla Corte dei Conti che, con delibera n. 10/2015/G del 12/11/2015 sugli alloggi di servizio, valutato il danno economico causato dal protrarsi di questa cronica situazione di stallo, propone l’istituzione di alloggi di servizio gratuiti all’incarico (Asgi), attualmente appannaggio della sola Arma dei Carabinieri, per garantire le esigenze esclusivamente funzionali di tali incarichi e il trasferimento del restante patrimonio abitativo a Difesa Servizi per la gestione economica /valorizzazione e/o vendita.

A parere di questo Comitato risulta di particolare interesse la norma introdotta dalla legge di bilancio per il 2018 (art.1 comma 1156, legge  27/12/2017 n. 205) che ha modificato l’art.33, comma 8 bis, della legge 15 luglio 2011, prevedendo il conferimento ai Fondi Immobiliari di una quota di immobili residenziali della Difesa pari almeno a quelli mancanti per il raggiungimento della quota minima di alloggi da alienare fissata dal comma 3, art. 306, Codice dell’Ordinamento Militare (d.leg.vo 15 marzo 2010 n. 66), destinando i conseguenti introiti alla realizzazione del programma pluriennale alloggi di servizio per le Forze Armate di cui all’art. 297 dello stesso codice.

Il Governo “del cambiamento” potrebbe finalmente operare, con un patrimonio abitativo mediamente vecchio di oltre 40-60 anni e fatiscente per atavica carenza di manutenzioni, un vero cambiamento dismettendo, ove possibile, l’esistente e non ripercorrendo vecchie politiche abitative nel segno degli sfratti ai sine titulo storici, i quali, quando non protetti dalla legge 104/92, hanno raggiunto più o meno gli ottanta anni. 
E’ ormai chiaro a tutti del resto come questi ultimi finiscano per risultare una sorta di capro espiatorio alla gestione fallimentare dell’A. D.

Comunque quandanche questi alloggi venissero recuperati, non solo rimarrebbero vuoti per assenza di risorse al loro ripristino, ma farebbero venir meno gli introiti dei canoni a cui non è proprio il caso di rinunciare,  rappresentando attualmente l’unica fonte a cui attingere per le manutenzioni e ristrutturazioni degli alloggi in continuo avvicendamento.

Alla luce di quanto sopra il Comitato Famiglie Militari per la casa non può non richiamare l’attenzione del Governo al rispetto delle direttive emanate  dallo SMD in materia  di eventuali recuperi forzosi affinché tutti i Comandi periferici si attengano a tali direttive tenendo conto non solo dei numerosi alloggi vuoti disponibili in alcune regioni d’Italia ma soprattutto contemperando tali azioni con la capacità tecnico/amministrativa di procedere al ripristino degli alloggi liberati per una nuova utenza con titolo individuata già prima del recupero, onde evitare un danno economico alla stessa A.D
.
Il Comitato propone altresì di:

-     adottare le opportune iniziative per il recupero dei 5.000 alloggi vuoti in attesa dei lavori di ripristino abitativo;

-     abrogare quanto riportato all’art. 2,com.3, lettera b), punti da 1 a 4, del DM 16 marzo 2011 in quanto, applicati i coefficienti previsti dall’OMI per la determinazione dei canoni, introdurre altre penalità per ogni mese di utenza sine titulo ogni anno, banalizza gli eventuali adattamenti del coefficiente previsto al citato punto 4 rendendo il reddito finale altamente punitivo e spropositatamente virtuale;

-     adeguare periodicamente i canoni di mercato secondo le risultanze dei bollettini O.M.I., previsti all'articolo 2, comma 1, decreto 16 marzo 2011;

     - in caso di vendita dell’alloggio estendere l’esercizio dell’usufrutto
       anche al coniuge convivente;

Ci si augura che alla gestione e valorizzazione, eventualmente affidata a Difesa Servizi, faccia seguito finalmente una giusta vendita degli alloggi occupati come la stessa A.D. propone tra gli interventi auspicabili o anche l’acquisto della sola nuda proprietà o usufrutto in modo di uscire dall’incubo perenne di una precarietà di cui è prova la spada di Damocle del perenne “Fermo restando l’obbligo del rilascio”.

Il Comitato rimane a disposizione per fornire, se necessario, maggiori dettagli sulla complessa questione abitativa del Ministero Difesa.

Roma 22 Luglio 2019
                                       Renata Accorsi
                                                    Presidente                          
                                          Comitato Famiglie Militari per la Casa


                                                                                          
Prof.ssa Renata Accorsi In Rossi 
Via Luchino dal Verme 114  00176 Roma   
Tel 06 2753556 




Piove sul bagnato!
Ora siamo in piena crisi di governo!!!





-->

sabato 14 ottobre 2017

Le cose si possono fare, se si vuole
















" Se si vuole, le cose si possono fare"

Il Tempo, quotidiano di Roma, mercoledì 4 Ottobre c.a., recava un articolo di Angela Di Pietro dal titolo “ Fari e isole in affitto. Operazione tris” nel quale, illustrando l’operazione messa a punto da Difesa Servizi S.P.A. si congratulava con il Ministero Difesa per aver lanciato il terzo bando di Valore Paese- Fari, un programma del Ministero Difesa e del Demanio grazie al quale sono già stati assegnati 24 fari, torri e altri edifici costieri che saranno gestiti da società o privati chiamati a presentare progetti.

Il ministro Roberta Pinotti, nella conferenza stampa in occasione della presentazione del terzo bando di gara lanciato dal Dicastero attraverso Difesa Servizi SpA, il Mef, l’Agenzia del Demanio e il Mibact, ha avuto parole che militari e relative famiglie aspettavano da tempo: “ La storia che raccontiamo oggi ha un titolo: se si vuole le cose si possono fare.”

Per chi ha vissuto il dramma della situazione alloggiativa disastrosa delle case della Difesa, delle cessioni promesse e mai concretizzate, dei prezzi dissuasivi dei  pochi alloggi finalmente messi in vendita, dei canoni lievitati a tal punto da potersi intendere alla stregua di sfratti bianchi dal momento che hanno costretto molteplici famiglie a lasciare la casa dove avevano vissuto per una vita, qualcuno anche cinquanta anni, queste parole sono sembrate una vera e propria promessa di tempi nuovi!



Ci siamo chiesti se ci voleva una donna Ministro della Difesa per porre fine all’atavica inerzia strategica tanto cara e comoda per certi vertici militari che hanno preferito non prendersi troppe responsabilità e tirare avanti sottovalutando il nodo del problema alloggi.

Ma continuiamo a dare voce al ministro: “ Lo Stato ha fatto squadra” grazie anche ad una forte volontà politica  che insieme alle Forze Armate, determinate a fare in modo che questi beni possano diventare un valore per il Paese “ hanno dato grandissima disponibilità e hanno capito l’obiettivo di questo progetto”

Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta dal canto suo ha confermato che “Valore Paese – Fari è il simbolo di un cambio di mentalità dello Stato nella gestione del suo patrimonio immobiliare”conseguentemente “siamo passati da un approccio basato sull’alienazione e conservazione del patrimonio ad un approccio che mette al centro la valorizzazione dei beni comuni. Un salto di qualità che ha permesso di avviare un’inedita e fruttuosa collaborazione tra ministeri diversi, nonostante le diffidenze iniziali”
Non si può negare che il terzo bando di gara per l'assegnazione in affitto dei Fari "oltre a consentire allo Stato di garantire la tutela e il recupero di questi 'gioielli del mare' offre una opportunità per sviluppare impresa e generare un ritorno economico e sociale".
                                                       

Qualche giorno dopo, il 9 ottobre, la giornalista Mary Tagliazucchi, sullo stesso quotidiano, apre però il vaso di Pandora mostrando il rovescio della medaglia e denunciando senza riserve il patrimonio abitativo in rovina, le manutenzioni mai effettuate, i canoni lievitati a dismisura, il flop delle vendite a prezzi impossibili, incuranti dello stato, spesso fatiscente, delle case demaniali e gli sfratti operati pur disponendo di un consistente numero di alloggi vuoti da anni, ben sapendo che sarebbero rimasti anch’essi vuoti per assenza di richieste o per mancanza delle risorse necessarie alle ristrutturazioni, privando in questo modo l’Amministrazione non solo degli introiti del canone di mercato, ma costringendola ad accollarsi anche le spese condominiali non più dovute dal conduttore. 


Considerata l’ampiezza della complessa problematica da trattare tutta nello spazio di un articolo, il titolo fuorviante (il buco da 200 milioni non riguarda i mancati introiti derivanti dalle vendite dei soli alloggi, ma degli immobili in generale: caserme, isole, terreni, fari ecc.), le imprecisioni e l’aver dimenticato di citare i 5000 alloggi desolatamente vuoti ci sembrano alla fine un peccato che si può definire veniale e per il quale Mary Tagliazucchi può essere ....... assolta!

Da parte del Comitato Famiglie Militari per la Casa, dei militari tutti e soprattutto delle famiglie, che hanno vissuto e sofferto queste vicende sulla loro pelle, la speranza è quella di lasciarsi alle spalle l’amarezza dei trascorsi vissuti sentendosi finalmente autorizzati a sperare, dopo il successo dell’operazione fari e isole, in una giusta valorizzazione che comprenda anche il patrimonio abitativo mediante un radicale cambiamento di gestione!

 Questa volta la fiducia di chi teme l’ennesimo nulla di fatto può contare su un’esperienza già avviata che sta conseguendo notevoli risultati nonché sulla determinazione del Ministro quando afferma :  “ Se si vuole, le cose si possono fare"                                                     


                                                          Renata Accorsi in Rossi




                                           Faro Punta Polveraia, Marciana isola d’Elba.